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Primavera: fioriscono le cattiverie


Comincia la primavera. Si sentono i primi sfricciolii.
Il caldo sta per arrivare.
A Dante, cioè a Lio di Dante, iniziano a fiorire potremmo chiamarle zagare. Diciamo zagare, un fiore, perchè altro si potrebbero chiamare ma verrebbe male.
Cominciano o meglio rifioriscono i contrasti, le male lingue, quelli che altro non hanno da fare giorno e notte  se non criticare e affermare il contrario, quelli che ne sanno pù degli altri ma se ne stanno al coperto, quelli che vogliono i cani, quelli che non li vogliono, quelli che si inventano spiagge damparadisoe  quelli che gli fanno il coro.
Più che ogni altra parte della costa romagnola, qui, a Dante si scatenano così. Un modo come un altro per non pensare alle bollete, al caro vita. Il problema è che chi si dà da far veramente perde solo un sacco di tempo, spesso deriso da quelli che chiama i suoi concittadini. E chi si impegna non son pochi (esclusi coloro che hanno attività commerciali).
Si son riuniti in una sorta di comitato eletto secondo le regole ma non è bastato. Ci sono da anni, ma da anni qualcuno li osteggia come può, anche come di recente con danni materiali.Il motivo?
Nessuno lo sa spiegare. Eppure ad ogni primavera, questa come le altre, le zagare riofiriscono, alzano la testa, si inventerano qualunque cosa pur di dar a dosso a quei frustrati dei comitati.
Lido di Dante è un borgo, al limite del Comune di Ravenna, da dove bisogna gridare forte per farsi sentire da chi comanda. La beltà di Lido è nella sua semplicità, forse nella sua mancata emancipazione, un borgo come era 30 anni fa. Ma dentro è marcio, bella bucia fuori, ma dentro è marcio, marcio perchè ci sono quelli che lo vogliono far marcire.
Se ne potrebbero raccontare molte di quelle accadute la passata stagione, ma come si fa.

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